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Monte Summano

Cima Summano, Santorso

Descrizione

Il Monte Summano (1298 m s.l.m.) è limitato verso nord dalla Valle dell’Astico, verso est e sud dall’alta pianura vicentina mentre, verso ovest, si collega al Massiccio del Pasubio tramite il Monte Novegno. Il territorio appartiene ai Comuni di Schio, Santorso, Piovene Rocchette e Velo d’Astico.

Cenni storici

La cima del monte sicuramente è stata abitata per molti secoli. I numerosi reperti rinvenuti (soprattutto monete) abbracciano un periodo che va dalla metà del II secolo a.C a tutto il IV secolo d.C. Vennero trovati anche dieci bronzetti votivi di epoca paleoveneta (in parte conservati al Museo Archeologico di Santorso) che reggono i simboli dell’abbondanza con le braccia protese in segno di offerta.

 

Foto: Enrico Campana 

É probabile che in epoca romana qui esistesse una stazione militare alpina, collegata al famoso castrum scoperto ai piedi del monte. Inoltre il Summano è sempre stato un luogo di culto e allo stesso tempo di mistero. I pellegrinaggi, pagani e non, hanno caratterizzato questo luogo denso di miti e leggende.

La dorsale che unisce il Monte Novegno al Monte Summano venne dotata, durante il periodo bellico, di una serie di trinceramenti e di gallerie difensive. Sulla cima del Summano, ai piedi della croce, rimangono i segno di quattro postazioni per i cannoni.

Natura e Biodiversità

La complessa conformazione geologica del Monte Summano fa sì che si sviluppino ambienti e microclimi diversi. Esiste un’evidente dissimetria tra i due versanti opposti: quello meridionale regolarmente inclinato e ottimamente esposto al sole e quello settentrionale più ripido, spesso con aspetto rupestre e poco esposto all’irradiazione diretta. Tutto questo rende il Summano un luogo ricco e importante per la sua biodiversità che si manifesta sia nella flora che nella fauna. 

Il tipo di vegetazione più comune sui versanti meridionali del monte è una sorta di prato arido cespuglioso dominato dalla Sesleria, un pianta erbacea con fioritura molto precoce, e dall’Orniello, un albero che qui assume un portamento soprattutto cespuglioso.

I pascoli, abbandonati ormai da lungo tempo, hanno infatti seguito una naturale evoluzione, la quale tuttavia non è avvenuta completamente, nell’impossibilità di raggiungere completamente l’originaria formazione.

Ciò è dovuto soprattutto all'aridità del terreno e all’impoverimento subito nel corso del tempo, tanto che il terreno stesso, oggigiorno, riesce molto difficilmente a trattenere l’abbondante acqua meteorica.

Questa situazione di perenne trasformazione ha contribuito a rendere la flora del monte Summano assolutamente interessante, con la presenza di alcune delle specie tra le più rare del vicentino: l’Erba Perla rupestre, il Fior Mosca, il Narciso così come numerose orchidee che per certi versi sono una delle caratteristiche di questo monte, rinvenibili proprio all’interno delle distese prative.

Non sorprende quindi che proprio questi ambienti, veri e propri biotopi localizzati e peculiari, siano stati dichiarati Siti di Interesse Comunitario e di conseguenza protetti da leggi europee che ne hanno decretato la massimo tutela al fine di conservarne la preziosa biodiversità

Nella fascia inferiore i boschi che ornano le pendici del monte sono dominati, oltre che dal già citato Orniello anche da altre importanti specie arboree come il Carpino nero, molto diffuso e facilmente riconoscibile grazie al margine delle foglie doppiamente seghettato, e la splendida Roverella, una quercia piuttosto diffusa che in inverno trattiene in modo caratteristico le sue foglie secche appese ai rami.


Per approndire la storia e la natura del Monte Summano, puoi ascoltare l'audioguida dedicata

 

Foto: Enrico Campana

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