Percorsi e itinerari

Sentiero del Singìo - Percorso 12

Descrizione

Si parte da Contrada Manfron , a cui si può arrivare in auto da Torrebelvicino percorrendo la Strada Provinciale 46 in direzione di Valli del Pasubio. Al Ponte delle Capre, dopo 1,6 km dal centro, si prende a sinistra e si sale alla contrada. Prima dell’abitato si può parcheggiare sullo spiazzo a destra lungo la strada.

Il percorso inizia dalla piazzetta - il salizo - di Contrada Manfron con il capitello dedicato alla Madonna del Carmelo. Rivolti al capitello, si prende la stradina in alto a destra, si supera la fontana con il piccolo capitello di Sant’Antonio a sinistra e, quando si arriva al bivio, si tiene il sentiero a destra in leggera discesa che attraversa il piccolo torrente nel fondovalle . Quasi alla fIne di questo tratto si incontra a sinistra il sasso che piange descritto nel romanzo di Matino. Dopo il ponticello, il sentiero sale e in circa 10 minuti si esce dal bosco arrivando in un’area prativa che si apre ad un’ampia veduta del Monte novegno, del Massiccio del Pasubio e dell’Alta Val Leogra. Quindi si giunge e si supera Contrada Casàre  attraversata dal confne comunale tra Torrebelvicino e Recoaro.

Proseguendo in salita, al bivio, si prende a destra abbandonando la strada principale. Dopo circa 30 minuti in salita si incrocia l’ampio sterrato che collega il Passo della Camonda al Rifugio Civillina. Si consiglia una visita a Passo della Camonda, che si trova a circa 350 m sulla destra dove si trovano il tipico capitello e la segnaletica illustrativa dell’Anello Ecoturistico delle Piccole Dolomiti. Da qui ritorniamo sui nostri passi percorrendo in direzione est la strada sterrata in leggero falsopiano. Dopo 30 minuti circa e poco più di 1,4 km si giunge a un quadrivio. Qui si prende a sinistra in discesa, costeggiando un’abitazione, e al primo tornante si imbocca a sinistra in discesa il sentiero che punta in direzione del Monte Cengìo a nord. Si giunge in breve in uno spiazzo, utilizzato per la caccia al capanno, con vista su Schio e la Pianura Vicentina sulla destra e sull’Alta Val Leogra sulla sinistra. Si scende per il sentiero sulla sinistra che attraversa il prato, si supera un casolare abbandonato arrivando dopo 5 minuti al quadrivio di Passo Manfron. Se si prende a sinistra si scende a Contrada Manfron, diritti si sale al Cengìo.

Il nostro itinerario prosegue invece a destra in direzione di Contrada Carollo ma, dopo 40 m, invertendo la marcia, prendiamo il sentiero sulla sinistra. Si tratta di una mulattiera militare della Prima Guerra Mondiale, che serviva a rifornire la Seconda Linea Difensiva Italiana tra il Monte Civillina e il Monte Enna. Dopo un primo tratto pianeggiante, la mulattiera sale a tornanti, sempre più stretta rispetto alla sua conformazione originale, minacciata dal bosco, dai rovi e dall’incuria del tempo. Superato un dislivello di 150 m circa, si arriva in prossimità della cima del Monte Singìo, punta gemella del Monte Cengìo e base di ancoraggio della coda della Cometa di Natale. In vista della cima, si consiglia di attraversare la galleria per raggiungere in breve un aereo punto di osservazione da cui si gode un panorama mozzafato. Il nostro percorso invece, prima della galleria, prosegue su un piccolo e stretto sentiero, quasi aggrappato alla roccia, che gira a sinistra in direzione del Monte Cengìo e che ci porta sul flo di cresta, in 10 minuti circa, ad incrociare un carrareccia in prossimità della Baita-Rifugio del Gruppo Stella Cometa.

Per salire sulla cima del Monte Cengìo, superiamo la baita e saliamo verso nord attraverso una piccola pineta arrivando in breve alla grande croce in acciaio posta sulla cima. Il nostro percorso prosegue invece sulla destra su carrareccia larga per circa 50 m e poi, all’altezza dell’impluvio, ancora a destra, diventando stretto e panoramico, da percorrere con molta attenzione. Questo stretto sentiero, che aggira la cima del Monte Cengìo dalla parte del versante di Torrebelvicino, viene usato dal Gruppo Stella Cometa per allestire la luminosa cometa nei giorni di natale. Lungo questo tratto, in almeno due punti, si può ammirare l’abitato di Torrebelvicino, il Monte Enna e sullo sfondo il massiccio del novegno; di seguito, lo sbocco della Val Leogra in pianura e le colline sulla destra che degradano nel piano. Si entra poi nel bosco incrociando in breve un largo sterrato che sale ripido alla cima del Monte. Qui si prende a destra in discesa, incontrando dopo un po’ sulla sinistra un’abitazione abbandonata. Si prosegue dritti in direzione della Baita da Angelo - ristrutturata - per poi scendere al Passo Manfron. Da qui si scende sulla destra per la carrabile abbastanza ripida verso Contrada Manfron. In questo tratto di percorso si incontrano alcuni siti descritti nell’opuscolo Sentiero Geologico Mineralogico pubblicato dalla Comunità Montana Leogra-Timonchio. Dopo 15 minuti di discesa e a 350 m dalla contrada, si abbandona la carrabile principale per immettersi in un sentiero sulla destra che prosegue piano protetto da un’alta masièra. Questo particolare è testimonianza della vetustà e storicità di questo percorso chiamato La Strada dei Cavài  (La Strada dei Cavalli), che s’insinua tra le case di Contrada Manfron arrivando in breve al salizo, la piazzetta della contrada. Da qui si scende al parcheggio.

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Info utili
Accessibilità

Il percorso è facile, tranne che nel tratto che aggira il Monte Cengìo dove si percorre l’area destinata all’allestimento nel periodo natalizio della Stella Cometa, a causa di un paio di punti esposti senza protezione.